All’interno di una relazione di reciprocità i volontari, proprio in quanto figura “neutra” rispetto a famiglia e personale sanitario, si trovano spesso nella condizione di raccogliere confidenze e pensieri non sempre condivisi con altri.

La frequentazione degli ambulatori oncologici ha permesso di cogliere nel tempo espressioni di disagio da parte delle pazienti non solo riguardo la malattia stessa ma, in maniera consistente, anche riguardo gli effetti di quest’ultima e delle cure sulla propria femminilità, sulla vita familiare, sui rapporti verso l’esterno (spesso ridotti al minimo e fonte di grandi ansie).

Il progetto Salute allo Specchio è parso subito un valido aiuto, una risposta concreta a questi bisogni, al punto da decidere di sostenerlo fin dal suo inizio.